Dietro le quinte di Facebook

Come useremmo Facebook se fosse giallo?

Dietro le quinte di Facebook

La fase iniziale di implementazione e sviluppo di ogni brand, in particolare di quelli che vogliono avere una chiara riconoscibilità e un grande impatto nel mondo digitale, richiede un impegno su aspetti identitari e comunicazionali, meno tangibili, nell’immediato, ma fondamentali nel medio-lungo termine.
È anacronistico nel 2022 pensare a brand che non includano il canale digitale nella propria strategia di vendita, cosicché l’ideazione della propria identità di brand è divenuta percorso obbligato per ogni tipo di attività.

 

Nessuna scelta avviene per caso, anche la “semplice” scelta del colore di un brand cela alle proprie spalle un significato. Come useremmo Facebook se fosse stato giallo?

 

Dietro l’invenzione e lo sviluppo dei social network si celano curiosità e significati interessanti e sui quali non poniamo l’attenzione, ma che in qualche modo ci “colpiscono”.

 

I colori principali di Facebook sono il bianco e soprattutto il blu. Le sensazioni del bianco rimandano alla purezza, incoraggiano l'ordine, la chiarezza mentale, mentre il blu è associato spesso ad emozioni come la fiducia e la sicurezza. Scelta azzeccata, direi, per un social dove, più o meno consapevolmente, si condividono le proprie informazioni personali.

 

Ma la scelta di questi colori ha anche un’altra motivazione, ovvero il fatto che il suo creatore, Mark Zuckerberg, soffre di daltonismo e confonde i colori verde e rosso! Scegliendo quindi bianco e blu, ha evitato imbarazzanti future gaffe.

 

Proseguendo con le curiosità:

  1. La prima idea di Mark Zuckerberg era un sito chiamato Facemash. Alla fine di una serata romantica finita male, il diciannovenne Mark Zuckerberg si mise a consultare l’annuario degli studenti della sua Facoltà, il famoso “Face Book”, cioè il libro con le foto di tutti gli studenti. Così nacque l’idea di creare un sito per confrontare e votare in un’unica pagina le immagini di due studentesse, proposte a caso dal sistema, nel campus universitario di Harvard, andando a pescare nelle aree protette della rete universitaria le foto dei documenti di riconoscimento degli studenti.
  2. Subito poco dopo la nascita di Facebook, Mark Zuckemberg ebbe numerose grane legali. Alcuni studenti di Harvard fecero causa a Zuckerberg per presunto furto della propria idea. Dopo quattro anni la questione si risolse con Zuckerberg che concesse loro delle quote aziendali.
  3. Riuscireste voi a pensare a Facebook senza il pulsante “like”? Provo ad indovinare… No! Eppure, in origine, il famoso pollice in su aveva un altro significato, ovvero “Awesome”. Il bottone Awesome è stato un’invenzione dell’ingegnere Andrew Bosworth e, inizialmente, era stato accolto con enorme entusiasmo da parte di tutto il team di Facebook. Tuttavia, nel 2007 Mark Zuckerberg bocciò l’idea, optando per il bottone “Like”, divenuto poi la vera e propria icona del social!
  4. Tra le prime versioni del sito, sull’header, appariva un volto di un uomo oscurato dietro delle scritte di un codice binario. La vera identità dell’uomo non si poteva vedere chiaramente ma, si scoprì successivamente che il volto in questione era nientepopodimeno di Al Pacino! Senza che il celebre attore ne sapesse niente… Naturalmente, non solo Facebook ha curiosità ed aneddoti da raccontare…Stay tuned!

 

Fabio, CEO di Crescita Smart

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